DRONERO Ospedale Civile San Camillo De Lellis - Ospedali d'Italia

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DRONERO Ospedale Civile San Camillo De Lellis

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Le informazioni riportate provengono dall'Archivio dell'Ospedale - il documento è stato messo a disposizione dalla locale biblioteca civica

L'ospedale di Dronero fu fondato all'inizio del 1600, anche se un'istituzione detta ospedale esisteva già nel 1300 ed era ancora operante nel XV secolo. E’ probabile che l'istituzione più antica debba la sua origine all'attività delle confratrie attive in Dronero almeno fino al quindicesimo secolo e che queste siano poi state sostituite dalla Confraternita del Gonfalone nella cura di indigenti ed ammalati.

Il 5 giugno 1333  l'atto di investitura dell'ospedale di Dronero concessa dal Vescovo Guidone a certo Teomondo e Guglielmina sua moglie di San Damiano con l'obbligo di prestargli fedeltà ed obbedienza, di ricoverare ed alimentare i poveri e gli ammalati secondo i mezzi dell'ospedale, e di corrispondere inoltre alla mensa vescovile in segno di sudditanza una libbra di cera all'anno. Abbiamo quindi la prima notizia dell'esistenza di un ospedale in questo luogo, il quale era allora, come tutte le istituzioni di simil genere, dipendente dall'autorità ecclesiastica, che ne disponeva come di benefizi, non potendo essere fondate che col suo concorso ed autorizzazione.

Le confratrie di Dronero erano cinque e non si presentavano come associazioni devozionali. La loro origine era più antica di quella della Confraternita del Gonfalone. Non avevano una erezione canonica, godevano di autonomia finanziaria rispetto alla gerarchia ecclesiastica, ma il Comune aveva piena autorità su di esse (ne sceglieva i vertici deliberava circa i loro fitti, ne controllava il registro dei conti e l'attività caritativa). Esse rappresentavano l'unità della comunità degli abitanti, erano istituzioni laiche popolari composte da uomini e donne ed avevano per scopo la solidarietà, la difesa comune, il mutuo soccorso fra soci e l'assistenza ai poveri. Si riunivano annualmente per un banchetto per distribuire sussidi. La loro attività assistenziale perse valore nel corso del XV secolo per continuare a mantenere unicamente l'aspetto goliardico. La Confraternita al contrario era un'istruzione religiosa, con erezione canonica, faceva parte della Compagnia Mariana ed era un sodalizio di laici con intenti di vita religiosa ed emozionale. Dal canto suo la confraternita intratteneva rapporti sia con il clero secolare che con il clero regolare, ma non trascurava i rapporti neppure con le autorità civili. I suoi membri vivevano nel secolo senza prestare voti, ma si adunavano per scopi di preghiera. La beneficenza era secondaria rispetto al culto, ma confratelli e consorelle non trascuravano mai i bisogni materiali della popolazione dronerese; solo nel 1607, con la soppressione ufficiale delle confratrie e l'assunzione da parte della Confraternita del Gonfalone di un indirizzo più prettamente devozionale.
Nel XVIII secolo l'ospedale soccorreva tutti i bisognosi, non necessariamente ammalati (distribuiva cibo e vestiario agli indigenti, accoglieva i mendicanti, forniva cure gratuite agli infermi e provvedeva ai bambini abbandonati o agli orfani). La consistenza patrimoniale dell'ospedale sembrerebbe derivare dall'antica gestione dell'Ente ad opera delle confratrie. Queste, infatti, avevano il compito di gestire i beni immobili, case e censi per trarne un reddito da utilizzare per la manutenzione dell'ospedale e la cura degli ammalati. Il passaggio sotto il controllo diretto da parte del comune di detti beni sarebbe derivato da una serie di abusi esercitati dai Priori delle confraternite. La pessima gestione da essi esercitata, aveva impoverito le casse dell'ospedale rendendone impossibile l'attività proprio in un periodo di grave crisi sociale in cui poveri ed indigenti si facevano sempre più numerosi. Per questo motivo nel 1606 l'amministrazione comunale chiese al Vicario Vescovile di Saluzzo il permesso di sciogliere le confratrie, venderne i beni, ed erigere con i relativi proventi un nuovo ospedale. Fin dalle sue origini l'amministrazione fu completamente nelle mani dei laici. Ogni anno, in una seduta che si teneva i primi di febbraio, venivano eletti un Rettore per ciascun Borgo della città (erano 5) ed un solo tesoriere. I primi si occupano della gestione amministrativa dell'ente, il secondo dalla contabilità. La loro attività era particolarmente importante, soprattutto se si considera che l'ospedale si era progressivamente arricchito con i lasciti e le donazioni dei cittadini, tanto da poter prestare somme di denaro rilevanti anche al Comune che ricorse più volte ai beni dell'Ospedale per far fronte ai propri impegni finanziari. L'amministrazione comunale, però, non era altrettanto sollecita nel rimborsare i prestiti, aprendo dei contenziosi. L'ospedale era amministrato da tre rettori ed un tesoriere, in carica per un anno, che venivano nominati dal consiglio comunale. I rettori autorizzavano ricoveri e dimissioni dietro parere medico, nominavano una rettrice ed una vicerettrice addette al controllo della biancheria. L'edificio era strutturato su due piani con cortile e pozzo. Ospitava al piano terra il teatro di Dronero ed i locali riservati al personale, fino al 1772 questo non riceveva un vero e proprio stipendio, ma vitto ed alloggio gratuiti. Al primo piano si trovava l'infermeria. Qui gli ammalati erano affidati alle cure di un medico ed un chirurgo che ricevevano uno stipendio annuale dalla comunità. L'ospedale non si occupava soltanto dei ricoverati, ma forniva anche assistenza a domicilio per quegli infermi che disponevano di una casa e dei mezzi per farsi curare a domicilio. Non si può dimenticare che ancora a fine 700 la disponibilità di posti letto presso l'ospedale era limitata a 6.
L'ospedale si occupava anche dei numerosi mendicanti presenti in Dronero attraverso periodiche distribuzioni di cibo e medicinali; offriva rifugio ai poveri viandanti, ma al massimo per una notte. In questo senso l'attività dell'ospedale  si affiancava a quello degli Ospizi o congregazioni di carità, come stabilito dall editto di Vittorio Amedeo II del 19 maggio 1717 che prevedeva l'assistenza ai poveri, se necessario il ricovero, con l'intento di impiegarli in varie attività lavorative che avrebbero permesso loro di guadagnarsi onestamente da vivere. Nel 1769, grazie ad un cospicuo lascito del Priore Don Ludovico Bruna, fu possibile edificare il nuovo ospedale sulle rovine dell'antico Castello, nel frattempo donato dai Savoia. I lavori richiesero una ingente spesa e il lascito di Don Bruna non fu sufficiente, tanto che si dovette far ricorso a contributi regi;  venne ultimato negli anni ottanta con una capienza di 18 posti letto.
A partire dalla metà del Novecento, il problema più grave è quello economico: i lasciti di privati all'ospedale si fanno sempre più esigui, le rette di degenza vanno a carico degli Enti mutualistici e di vari enti assistenziali con notevoli ritardi nel versamento degli importi dovuti. Gli anni Settanta vedono ancora la presenza delle suore che svolgono una disinteressata opera di carità e di assistenza verso gli ammalati ed alle quali è stata affidata da sempre la preziosa opera di direzione e di coordinamento di tutta la vita interna dell'ospedale; la loro opera viene integrata, e a poco poco completamente sostituita, da personale infermieristico laico. Negli stessi anni si accentua l'attuale carattere di convalescenziario per la permanenza di ammalati reduci da un primo periodo di cura o di interventi degli ospedali specializzati e più attrezzati. Resta vivo dai secoli passati uno stretto rapporto dell'ente ospedaliero con il comune di Dronero che, in varie circostanze, ha contribuito finanziariamente al buon funzionamento dall'ospedale ed alla realizzazione di varie iniziative.

Bibliografia: L’ospedale di Dronero da il Drago, periodico di Dronero e Valle Maira Anno II N°11 1970


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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